Cos’è l’agoaspirato con ago sottile di un nodulo tiroideo?
L’agoaspirato tiroideo con ago sottile è una procedura semplice e sicura che viene eseguita direttamente nell’ambulatorio medico. La procedura si esegue, in linea generale, sotto controllo ecografico in modo da assicurare che l’ago sia posizionato all’interno del nodulo che deve essere esaminato. Le sarà chiesto di stare sdraiato su lettino con il collo esteso.
A cosa serve?
Quest’esame fornisce informazioni sulla natura del materiale aspirato da un nodulo tiroideo grazie all’esecuzione dell’esame citologico. I risultati dell’esame, integrati da quelli derivanti dagli altri accertamenti, guideranno la scelta del trattamento più opportuno.
Come si svolge l’esame?
L‘agoaspirato consiste nel prelievo per mezzo di un ago sottile (in genere, 23 G) di una piccola quantità di cellule o liquido dal nodulo tiroideo. Può essere necessario uno o più prelievi per nodulo, al fine di ottenere una quantità adeguata di materiale da inviare all’anatomopatologo. Il prelievo viene eseguito mediante guida ecografica. Può verificarsi, in alcuni casi, che, nonostante la correttezza della procedura, non sia presente, nel campione prelevato, un numero sufficiente di cellule per la completa diagnosi citologica. In questo caso può essere necessario ripetere il prelievo.
Come devo prepararmi all’esame?
Non è necessaria alcuna preparazione. Non è necessario il digiuno. Non sono note controindicazioni. Non è indispensabile sospendere eventuali terapie anticoagulanti, ma va informato il medico che esegue il prelievo.
Durante l’esecuzione dell’agoaspirato tiroideo è opportuno non deglutire, tossire o parlare.
Quali sono i rischi e le complicanze dell’agoaspirato?
I prelievi sono minimamente traumatici, al pari di un’iniezione intramuscolare, e spesso sono del tutto indolori. Talora, può verificarsi un lieve dolore nella sede dell’agoaspirato o, raramente, difficoltà transitoria, della deglutizione. Alcune volte si può formare una piccola ecchimosi nella sede del prelievo che si risolve spontaneamente. Altre volte, si può verificare uno stravaso emorragico all’interno del nodulo. Questi sanguinamenti, di solito, si risolvono spontaneamente o con l’applicazione di ghiaccio. In rari casi può verificarsi, spesso a causa dello stato emotivo, una reazione vaso-vagale che si manifesta con sudorazione profusa, malessere generale, calo pressorio e talora con svenimento, che normalmente si risolve spontaneamente, il più delle volte, senza il bisogno di farmaci, ed è un evento aspecifico, cioè non dovuto all’agoaspirato di per sé, che può verificarsi anche in caso di un comune prelievo di sangue da una vena del braccio.
Quanto dura l’esame?
La durata di ciascun prelievo è di circa 1-2 minuti. Il tempo complessivo necessario all’indagine (visita con valutazione anamnestica e prelievo) è di circa 20 minuti; dopo l’esecuzione dell’agoaspirato potrà lasciare l’ambulatorio autonomamente.
Ci sono avvertenze da seguire?
Non sono note controindicazioni. Il giorno dell’esame è opportuno portare in visione tutti gli esami precedentemente effettuati riferiti alla patologia tiroidea.
Quali sono i limiti di questa metodica?
Come per tutti gli accertamenti possono verificarsi dei falsi positivi (cioè, un soggetto sano viene indicato come malato) e dei falsi negativi (cioè, un soggetto malato viene identificato come sano), anche se molto raramente.
Ci sono alternative all’agoaspirato?
Non vi sono, attualmente, metodiche diagnostiche che possono sostituire pienamente l’esame citologico su agoaspirato tiroideo; le informazioni derivanti, ad esempio, dall’esame ecografico, integrate anche dall’impego di software specifici (microcalcificazioni, ecogenicità, integrità della capsula, vascolarizzazione al color Doppler, deformabilità all’elastografia) non forniscono le informazioni ottenibili con l’esame citologico. Ancor meno sensibili sono le informazioni ottenute dal solo esame scintigrafico della tiroide eseguito con iodio radioattivo o con tecnezio.
Cosa succede dopo l’agoaspirato?
Non è necessario essere accompagnati per eseguire l’agoaspirato tiroideo, al termine del quale è possibile lasciare autonomamente l’ambulatorio e riprendere le consuete attività.
Cosa succede al campione di cellule prelevato con l’agoaspirato?
Il materiale viene posto, in linea generale, su degli appositi vetrini che saranno inviati al citopatologo che lo analizzerà al microscopio, dopo opportune procedure.