Introduzione
La frequenza dell’obesità tra i bambini è considerevolmente aumentata negli ultimi anni in considerazione di molteplici fattori, inclusa l’alimentazione e lo stile di vita. Gli ultimi due anni, nel corso dei quali sono state adottate restrizioni delle attività quotidiane in conseguenza della pandemia da Covid-19, hanno ulteriormente contribuito a questo fenomeno. Dall’altra parte, sia il pediatra di libera scelta che altri specialisti frequentemente richiedono una valutazione della funzione tiroidea per vari motivi come, ad esempio, una riduzione della velocità di accrescimento, o per la comparsa di sintomi che potrebbero essere indicativi di ipotiroidismo (difetto di funzione della tiroide), oppure per il riscontro di collo ingrossato.
Negli ultimi anni l’aumento del peso corporeo è diventato uno dei motivi più frequenti che ha portato ad eseguire un prelievo di sangue per studiare la funzione tiroidea. E’ noto che gli ormoni tiroidei hanno un profondo effetto sulla regolazione del metabolismo in generale e su quello energetico in particolare ed è, quindi, naturale sollevare il quesito dei rapporti tra obesità e “tiroide”.
Quando la funzione tiroidea viene studiata nel bambino obeso come indagine di screening, vale a dire senza che sia prima definito un contesto clinico preciso, spesso questi indici (ormoni tiroidei liberi, FT4 e FT3 e l’ormone tireotropo, TSH) risultano alterati.
La relazione tra l’obesità e gli indici di funzione della tiroide
L’effetto che ha l’obesità sugli indici di funzione tiroidea è stato ampiamente studiato e documentato sia negli adulti che nei bambini. Nella maggior parte degli studi è stato riscontrato che la concentrazione di ormone tireotropo (TSH) nel sangue è proporzionale all’indice di massa corporea (BMI); quindi, la concentrazione di TSH aumenta quando l’indice di massa corporea aumenta e, spesso, risulta ai limiti superiori della norma o al di sopra dei limiti di riferimento. Un tipico risultato degli indici di funzione della tiroide della persona obesa è il riscontro di concentrazioni di ormoni tiroidei liberi (FT4 e FT3) nei limiti della norma associati a concentrazioni di ormone tireotropo (TSH) superiore alla norma. Questi valori si riscontrano in circa il 25% dei soggetti obesi e sono stati interpretati come il risultato di un meccanismo di compenso che porta ad un aumento del TSH. Si ritiene che l’aumento del TSH sia dovuto all’aumento della leptina, un ormone prodotto dal tessuto adiposo (grasso) e che blocca l’appetito, che a sua volta determina un aumento del rilascio di un neuropeptide dell’ipotalamo (TRH) che regola la secrezione di TSH da parte dell’ipofisi; questa cascata di eventi è, quindi, responsabile dell’aumento di TSH nel sangue. Di per sé queste variazioni del TSH non causano l’obesità, come è dimostrato dalla riduzione dei livelli di TSH dopo la riduzione del peso corporeo con appropriati cambiamenti dello stile di vita o dopo un intervento di chirurgia bariatrica. Per questi motivi è stato proposto di utilizzare dei valori di riferimento degli indici di funzione tiroidea specifici per l’obesità o comunque di tenere in considerazione l’eccesso di peso nell’interpretazione di questi risultati.
Quando è opportuno eseguire le indagini di funzione tiroidea in un bambino obeso?
Come riportato nella sezione precedente, molto spesso il riscontro di un’alterata funzione tiroidea è un meccanismo di compenso legato all’obesità e non rappresenta un indice di malattia tiroidea. Per tali motivi sarebbe opportuno eseguire le indagini di funzione tiroidea quando, in aggiunta all’obesità, sono presenti delle manifestazioni che possono far ritenere che sia presente un coinvolgimento della tiroide come, ad esempio, un rallentamento della velocità di crescita, la comparsa di gozzo o la comparsa di sintomi dell’ipotiroidismo (stanchezza, minore concentrazione nel corso delle attività didattiche, minore performance nelle attività motorie, intestino tendenzialmente stitico) oppure in caso di famigliarità per malattie della tiroide.
Cosa fare se l’ormone tireotropo (TSH) è superiore alla norma nel bambino obeso?
La questione di fondo è quella di accertare se l’aumento delle concentrazioni nel sangue di TSH è solamente un indice del meccanismo di compenso legato all’obesità oppure se, all’opposto, è un indice di ipotiroidismo. A tale riguardo è opportuno ricordare che la causa più frequente di ipotiroidismo è la tiroidite cronica autoimmune (tiroidite di Hashimoto) e che questa malattia autoimmune è più frequente nelle persone obese. Per questi motivi, in caso di riscontro di TSH superiore alla norma, appare ragionevole estendere le indagini di funzione della tiroide alla ricerca degli indici di autoimmunità (anticorpi contro la tireoperossidasi, AbTPO e anticorpi contro la tireoglobulina, AbTg). La presenza di AbTg e/o AbTPO è indicativa di una malattia autoimmune della tiroide e assieme allo specialista endocrinologo è opportuno definire il successivo percorso diagnostico e discutere le opzioni terapeutiche.
Se gli anticorpi contro la tiroide fossero assenti, potrebbe essere sufficiente ricontrollare gli indici di funzione della tiroide a distanza di 3-6 mesi.
Per ultimo, vi sono persone con la tiroidite cronica autoimmune con assenti anticorpi contro la tiroide (cosiddetta “tiroidite cronica sieronegativa”) che viene svelata dall’esame ecografico.
Conclusioni
Gli indici di funzione tiroidea sono frequentemente alterati nelle persone obese; queste alterazioni di laboratorio più spesso sono isolate (in assenza di indici di autoimmunità) e rappresentano un meccanismo di compenso legato agli effetti della leptina sulla secrezione del TSH e non richiedono, in linea generale, una terapia specifica. Tuttavia, in alcuni soggetti obesi, l’aumento del TSH è indice di ipotiroidismo che deve essere adeguatamente corretto.
Fonte: https://www.thyroid.org/thyroid-function-children/