La British Thyroid Foundation nei giorni scorsi ha pubblicato una position statement (https://www.btf-thyroid.org/news/thyroid-disease-and-coronavirus-covid-19), ripresa anche dall’American Thyroid Association riguardante il ruolo della tiroidite cronica autoimmune sul rischio di infezione da parte del nuovo coronavirus (COVID-19)
Il documento della British Thyroid Foundation è stato motivato dalle numerose richieste dei pazienti con malattie autoimmune della tiroide riguardanti un eventuale aumentato rischio di infezione da coronavirus. Numerose richieste sullo stesso argomento mi sono pervenute nei giorni scorsi, per cui ritengo utile riportare, di seguito, le raccomandazioni della British Thyroid Foundation.
Cos’è il coronavirus
COVID-19 è una nuova malattia che colpisce le vie respiratorie (trachea e bronchi) e i polmoni. Si tratta di una malattia causata da un virus appartenente alla famiglia dei coronavirus. I sintomi tipici della malattia includono:
- Tosse continua
- Febbre
- Difficoltà a respirare
Tuttavia, la comparsa di questi sintomi non significa necessariamente che sia presente la malattia.
Questi sintomi sono simili a quelli che si verificano in altre malattie che sono molto comuni come il raffreddore o l’influenza.
Come si diffonde?
Essendo una malattia nuova, non è completamente noto il modo con il quale il coronavirus si diffonde da una persona all’altra. In maniera simile a quanto succede per altre malattie virali che interessano le vie respiratorie si ritiene che la via principale di diffusione sia attraverso le goccioline che si formano quando parliamo, tossiamo o starnutiamo.
Quali sono gli individui a rischio?
Nella maggior parte dei casi, le persone infettate da coronavirus hanno sintomi lievi o nessun sintomo. In casi selezionati l’infezione può assumere una gravità maggiore, quando si verifica la compromissione della funzione respiratoria. Poichè COVID-19 è una malattia nuova non sono disponibili studi che abbiano valutato se questa infezione abbia effetti sui pazienti con malattie della tiroide ed è troppo presto per dire che i “pazienti tiroidei” abbiano un rischio maggiore di sviluppare la malattia oppure che sviluppino sintomi più gravi. Al momento, quindi, non ci sono elementi per ritenere che i pazienti con malattie tiroidee, sia autoimmuni che non autoimmuni, abbiano un rischio aggiuntivo di infezione da coronavirus. Le malattie tiroidee sono frequenti; tuttavia, l’analisi dei dati provenienti dalla Cina e dall’epidemia di Wuhan non ha rilevato che una preesistente malattia tiroidea rappresenti un elemento sfavorevole nel corso di COVID-19. All’opposto, i dati provenienti dall’epidemia d cinese hanno rilevato che l’infezione da coronavirus può essere responsabile di una malattia più grave nelle persone più anziane e nelle persone che hanno una malattia preesistente come l’asma, il diabete mellito, cardiopatie o ipertensione arteriosa.
I farmaci per le malattie della tiroide hanno un effetto negativo sul sistema immunitario?
La Levo-Tiroxina (Eutirox, Tiche, Tirosint, Syntroxine, T-Factor), il metimazolo (Tapazole) o il propiltiouracile (Propycil) non sono terapie immunomodulatrici, cioè, alle dosi comunemente impiegate, non modificano la risposta del sistema immunitario alle infezioni.
Tuttavia, i pazienti che hanno altre malattie autoimmune, in aggiunta alla malattia autoimmune della tiroide, come l’artrite reumatoide, il lupus, o la sclerosi multipla, talora ricevono terapie come rituximab, alemtuzamab, leflunomide, etanercept, methotrexate che possono indebolire il sistema immunitario, rendendoli immunocompromessi.
Malattie della tiroide e influenza stagionale
In linea generale i pazienti che hanno una malattia tiroidea (autoimmune o non autoimmune) non sono considerati a rischio aumentato di sviluppare l’influenza stagionale rispetto alla popolazione generale. Nel caso dell’influenza stagionale, fatta eccezione per le categorie a rischio sotto riportate, non è raccomandata la vaccinazione nelle persone che hanno una malattia della tiroide sia autoimmune che non autoimmune:
- Soggetti di 65 anni di età o superiore
- Donne in gravidanza
- Bambini o adulti con malattie preesistenti come malattie del cuore o della respirazione
- Bambini o adulti che hanno un sistema immunitario compromesso o indebolito in conseguenza di condizioni come HIC o terapie con cortisonici o chemioterapia.
A differenza dell’influenza stagionale, al momento, non è disponibile un vaccino per COVID-19. In definitiva, i pazienti con malattie della tiroide devono essere rassicurati sul fatto che, sulla base delle informazioni disponibili, non è emerso un rischio aumentato di contrarre l’infezione da coronavirus né di avere una forma più grave della malattia.