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Tiroide e depressione

Relazione tra ormoni della tiroide e umore

23 ottobre 2016 / Endocrinologia

Una paziente scrive: “A distanza di alcune settimane dal parto (era la prima gravidanza) ho cominciato ad essere più malinconica e ad avere meno interesse per la famiglia e il lavoro, come se vedessi tutto grigio; stavo perdendo interesse per il futuro e vivevo tutto con molta più fatica; mi sembrava come di camminare costantemente in salita; inoltre, il mio peso era aumentato. Inizialmente, mi era stata diagnosticata una depressione post-partum e mi erano stati consigliati farmaci anti-depressivi, senza, peraltro, ottenere un miglioramento dei miei malesseri; è stato il mio medico di famiglia a consigliarmi di eseguire gli esami di funzione tiroidea che hanno rilevato TSH 41 mU/L e FT4 5,3 pg/ml; ho iniziato la terapia con L-Tiroxina e già dopo poco mi sono sentita molto meglio e piano piano i disturbi della depressione sono scomparsi; oggi mi sento bene e vedo il futuro con ottimismo.”

Sia il difetto (ipotiroidismo) che l’eccesso di ormoni (ipertiroidismo) della tiroide può associarsi ad alterazioni dell’umore. Gli ormoni della tiroide svolgono un ruolo essenziale nella regolazione delle funzioni neurologiche e psichiche; è noto come le persone ipertiroidee (con eccesso di ormone della tiroide) possano avere un’iperattività del sistema nervoso (tipicamente sono iperattive, possono avere tremori alle mani, e irritabili). All’opposto, i pazienti con ipotiroidismo hanno, in genere, un rallentamento progressivo di tutte le funzioni dell’organismo tra le quali, a volte, quelle psichiche possono essere preminenti e, talora, esclusive.
I sintomi dell’ipotiroidismo spesso mimano quelli che si trovano nella depressione, mentre quelli dell’ipertiroidismo mimano quelli della sindrome ansiosa e possono includere l’ansia, la labilità emotiva, le alterazioni cognitive, e, talora, la mania e la depressione.
Tuttavia, nelle persone anziane, la depressione, l’isolamento e l’apatia possono essere le manifestazioni più evidenti sia dell’eccesso (“ipertiroidismo apatetico”) che del difetto di funzione della tiroide.
Devo sottolineare che la maggior parte dei pazienti con depressione ha una normale funzione tiroidea; tuttavia, i dati della letteratura riportano che circa 1-4% dei pazienti con disturbi affettivi hanno un chiaro ipotiroidismo e che in una percentuale variabile dal 4 al 40 possono avere lievi alterazioni della funzione tiroidea. I pazienti con depressione che non rispondono in modo soddisfacente alla terapia farmacologica hanno una prevalenza di ipotiroidismo che è circa tre volte quella che si riscontra nella popolazione generale.
Tutto ciò non significa necessariamente che la grave depressione abbia un rapporto di causalità con l’ipotiroidismo. Infatti, si tratta di due malattie separate che, talora, possono essere presenti contemporaneamente; in tal caso, le terapie devono riguardare entrambe le malattie, l’ipotiroidismo e la depressione. Tuttavia, come nel caso di questa paziente, le alterazioni della funzione della tiroide possono avere tra le manifestazioni cliniche, i disturbi della depressione. In tale situazione la correzione dell’ipotiroidismo con la Levo-Tiroxina diventa il presidio terapeutico più importante per il ripristino di normali livelli di ormoni tiroidei nel sangue che, spesso, si associa alla scomparsa dei sintomi depressivi.
Deve anche essere segnalato che non sempre la correzione dell’ipotiroidismo con la terapia sostitutiva con Levo-Tiroxina è in grado di fare scomparire tutti i sintomi depressivi, suggerendo che una malattia depressiva potrebbe coesistere coi disturbi depressivi dovuti all’ipotiroidismo.

Il mio suggerimento è di eseguire una valutazione della funzione della tiroide se sono presenti sintomi depressivi; particolare attenzione va riservata a situazioni specifiche, come il periodo post-partum o l’età avanzata, nelle quali, in qualche misura, i disturbi depressivi sono attesi, come nel periodo post-partum, oppure vengono considerati propri dell’età, come nel paziente anziano.